FURIOSO I, 22

Oh gran bontà de’ cavallieri antiqui!
Eran rivali, eran di fé diversi,
e si sentian degli aspri colpi iniqui
per tutta la persona anco dolersi;
e pur per selve oscure e calli obliqui
insieme van senza sospetto aversi.
Da quattro sproni il destrier punto arriva
ove una strada in due si dipartiva.
Il protagonista non è il savio Orlando, ma Orlando matto e furioso. Questo tipo della cavalleria così trasformato è già una concezione ironica. Ma guarda ora come vien fuori questa concezione. Il momento della pazzia è rappresentato con tale realtà di colorito, che la tua illusione è perfetta. Ci si vede una profonda conoscenza della natura umana nelle sue più fini gradazioni. È un «crescendo» di particolari e di colori, che ti rendono naturalissimo un fatto così straordinario.
Francesco De Santis, Storia della letteratura italiana Napoli - Morano 1870 - 1871

1516

Nell'anno dell'uscita del Furioso Pietro Pomponazzi sostiene che l'immortalità dell'anima non può essere dimostrata per via razionale...
Pietro Pomponazzi, De immortalitate animae - 1516

ricciardetto il Comitato Nazionale per il V Centenario

500 ANNI DI ORLANDO FURIOSO

Le ricorrenze, i centenari, possono passare nel silenzio e nell’oblio, oppure possono essere dei segnali che risvegliano l’interesse, stimoli che agiscono come imagines agentes, per riprendere l’antica terminologia dell’arte della memoria, qualcosa cioè che è capace di mobilitare insieme ricordo e invenzione, conservazione del passato e creazione del nuovo. In teoria non ci sarebbe bisogno di centenari per coltivare l’amore per i nostri classici, per leggerli e rileggerli, per trasmetterli alle giovani generazioni in modo che ciascuno se ne appropri a modo suo, impegnandosi in un dialogo e in una fascinazione del tutto personali, come è giusto che la lettura sia…  Continua a leggere