IL COMITATO
Per il quinto centenario
della prima edizione del Furioso:
iniziative del Comitato Nazionale.
Le ricorrenze, i centenari, possono passare nel silenzio e nell’oblio, oppure possono essere dei segnali che risvegliano l’interesse, stimoli che agiscono come imagines agentes, per riprendere l’antica terminologia dell’arte della memoria, qualcosa cioè che è capace di mobilitare insieme ricordo e invenzione, conservazione del passato e creazione del nuovo. In teoria non ci sarebbe bisogno di centenari per coltivare l’amore per i nostri classici, per leggerli e rileggerli, per trasmetterli alle giovani generazioni in modo che ciascuno se ne appropri a modo suo, impegnandosi in un dialogo e in una fascinazione del tutto personali, come è giusto che la lettura sia. Ma sappiamo che non è così semplice, che la memoria deve essere via via riattivata, che vanno ricreate le occasioni di incontro con i classici, che vanno riproposte, soprattutto ai giovani, ma non solo a loro, le possibilità di aprire le menti a mondi antichi, ma ricchi di fascino e di suggestioni ancora inedite. Vale per i classici quello che Elias Canetti diceva per le immagini:
Le immagini sono reti, quel che vi appare è la pesca che rimane. Qualcosa scivola via e qualcosa va a male, ma uno riprova: le reti le portiamo con noi…E’ importante che queste immagini esistano anche al di fuori della persona…Deve esserci un luogo dove uno possa ritrovarle intatte…Apparentemente esse potrebbero esistere anche senza di noi. Ma questa apparenza è ingannevole, l’immagine ha bisogno della nostra esperienza per destarsi. (Il frutto del fuoco. Storia di una vita (1921-1931), Milano, Adelphi, 1984, pp.121-122)