L’Ariosto è assai meno ortodosso […], onde in lui l’elemento sensato prevale di gran lunga all’ideale, e il suo poema appartiene alla medesima specie dei Re di Firdusi e dell’Iliade; se non che l’individualità libera dell’uomo vi spicca forse ancor più risentitamente, atteso gl’influssi evangelici da cui era informata la cavalleria dei bassi tempi.

Vincenzo Gioberti, Del primato morale e civile degli italiani Napoli – Batelli 1848
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